In questi giorni, complice l’imminente caduta del governo, trovo tante persone che di fronte all’ipotesi di imminenti elezioni commentano con il classico: ” Non ci vado a votare, tanto non serve a nulla”. Effettivamente il dibattito di questi giorni comprendo come possa far passare la voglia a molti.

Gli elettori di destra, costretti a votare per Salvini, rinunciando all’idea fondamentale dell’unità nazionale, perdendo per strada tutto il patrimonio politico della destra sociale, contribuendo così a costruire un’ Italia dove la voce grossa del nord la farà da padrone. Gli elettori del movimento cinque stelle, convinti da una comprensibile voglia di rinnovamento e cambiamento negli uomini e nei metodi si trovano di fronte ad un movimento, diventato partito che dall’allearsi con nessuno è passato ad allearsi con tutti. Con l’odiato Salvini e con l’odiatissimo partito democratico. Ovvio che di fronte a tutto questo, l’elettore si sente sconfortato. Quello di sinistra, da sempre un illustre sognatore, si trova a votare per un partito democratico la cui unica ambizione sembra risolversi nell’andare al governo. Con chi, per fare cosa, sono tutte domande che cadono in secondo piano. Viene meno ogni spinta ideale, ogni tentativo di proporre una visione di società. In fondo l’abbraccio con i cinque stelle, contribuirebbe ad acuire uno smarrimento degli elettori di centro sinistra che già fanno fatica ad orientarsi tra le diverse anime del pd.
Allora forse è vero che votare non serve a nulla? Voglio mettere in guardia da tutto questo, perché se continuiamo a dirlo, verrà il giorno dove davvero votare sarà inutile, ma con la democrazia verranno meno anche le libertà fondamentali ed i diritti basilari, di cui, tutto sommato ancora godiamo in questa ammaccata democrazia occidentale.
Ps: ovviamente ritengo residuale l’ipotesi di uno scioglimento delle Camere e di un ritorno alle urne