Ad oggi l’azienda speciale non è ancora entrata in funzione, il rischio è per utenti e operatori di veder scaduti i bandi dei servizi senza averne di nuovi, con grave danno per i soggetti a maggiore rischio di esclusione sociale. Ripercorro tutta la storia in questo pezzo, prenditi cinque minuti per leggerlo!
Il Comune di Sorrento, capofila dell’Ambito Territoriale N 33 (Piano sociale di zona), dopo aver lamentato per anni i problemi di natura tecnico-contabile cagionati dall’essere capofila del Piano sociale di zona si è fatto promotore presso gli altri Comuni di una riforma del sistema di gestione in essere da oltre un decennio (circa 18 anni) in penisola sorrentina.

Il Piano sociale di zona è previsto che sia sostituito da un’azienda speciale consortile per la gestione dei servizi sociali. L’azienda, approvata dai Consigli Comunali dei sei Comuni dell’Ambito Territoriale nel dicembre 2017, nasce con Statuto ed Atto Costitutivo farraginosi , a tratti errati nella composizione del Cda (il CdA è composto da un numero pari di componenti, 6, quanti sono i Comuni, in difformità dalle indicazioni normative che indicano in 3, max 5, il numero dei componenti; il CdA non percepisce neppure il rimborso delle spese, a fronte di responsabilità legale per svariati milioni di euro; il Direttore dell’Azienda è considerato un funzionario e non un dirigente, come da prassi per tutte le Aziende Speciali; …). Fino ad oggi, gli unici atti di cui siamo a conoscenza sono una manifestazione di interesse e la conseguente nomina del consiglio di amministrazione, nonché manifestazione interesse e nomina del revisore dei conti (peraltro senza verbali che motivino la scelta di tali soggetti tra quelli che si sono candidati). Vi informo che, ad onor del vero, all’epoca votai la convenzione senza un adeguato approfondimento, fatto successivamente. Inoltre ho chiesto di avere i curriculum delle persone che fanno parte del CdA, ma sebbene siano trascorsi oltre sei mesi non ne ho avuto copia.
Ad oggi mancano ildirettore dell’Azienda e ogni figura lavorativa cheserve al funzionamento amministrativo della struttura. Questasituazione si unisce alla scadenza dei bandi di gara perl’esternalizzazione di servizi fondamentali del piano sociale dizona.
Di preciso, significa che al 31 dicembre 2018, i servizi del piano sociale di zona cesseranno, di fatto, di esistere e funzionare adeguatamente, senza che ci sia qualcosa che li sostituisca, con grave danno per gli utenti (che sono migliaia, ed usufruiscono di quasi centomila ore di prestazioni ogni anno), l’indotto delle cooperative sociali (centinaia di lavoratori) e i malcapitati lavoratori dell’equipe multidisciplinare del Psz che esauriranno ogni tipo di rapporto di lavoro (gli operatori dell’équipe multidisciplinare, peraltro, garantiscono di fatto il funzionamento del Piano Sociale di Zona da circa tredici anni! Considerando che esistono soltanto due dipendenti distaccati dai Comuni al Piano Sociale di Zona. Si tratta di professionisti senza i quali ogni attività del Piano non potrà essere portata avanti!).
La legge vieta in maniera categorica la possibilità di attuare una proroga tecnica senza aver emesso un nuovo bando di gara.
Fare il bando per il direttore dell’azienda speciale, dare all’azienda la dotazione finanziaria necessaria a pagare il personale, dotarla del personale e emettere i bandi di gara sono le cose da fare in due mesi. Un tempo brevissimo per la pubblica amministrazione.
A quanto detto, si aggiunge il fatto che tra fondi del Piano di Azione e Coesione (P.A.C.), del Pon Inclusione (S.I.A.), del fondo per il “Dopo di noi”, ecc. risultano non spesi, da alcuni anni, quasi quatto milioni di euro!
In merito alla situazione mercoledì, ho condiviso queste considerazioni con l’intera opposizione con cui prosegue un dialogo utile al paese. Insieme abbiamo presentato un’interrogazione che chiede conto alla politica di quanto sta accadendo.