In attesa di tutto il resoconto, che sarà diviso in due parti, una generale e l’altra sul bilancio, per chi se lo fosse perso questo il mio intervento in consiglio comunale:
E’ opportuno, per rispetto dei consiglieri comunali ed in particolare dei tanti cittadini che sicuramente ci stanno seguendo di venerdì santo spiegare le motivazioni che mi hanno portato a lasciare il gruppo Piano nel Cuore ed aderire difatti all’inesistente gruppo ‘misto’.
Le aspettative rispetto quest’amministrazione erano tante. Rinnovata negli uomini e le donne che la compongono e nei metodi, si respirava in città un’aria nuova al momento dell’insediamento. Forte aspettativa che immaginavo avesse portato ad un altrettanto forte senso di responsabilità, invece ci siamo trovati di fronte agli stessi schemi e metodi del passato.
Le deleghe dei singoli assessori vengono gestiti come dei feudi personali in cui è praticamente impossibile inserirsi e concorrere apportando le proprie idee. Questo accade da sempre, ma non è stato fatto nulla per cambiarlo.
Il ruolo del consigliere comunale è ridotto a quello di un passacarte, ratificatore di decisioni prese in altri luoghi, talvolta chiamati ‘assemblea dei sindaci’ altre volte Giunta comunale, senza parlare del ruolo di controllo, che è la legge a destinare a tutti i consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione, da sempre vissuto come una noia, un fastidio da silenziare a tutti i costi.
Delle decine di proposte fatte e documentate nessuna ha trovato riscontro. I pochi, timidi tentativi di esprimere un dissenso sono stati censurati con vigore, penso ad esempio alla mozione presentata per la realizzazione del Piano di insediamento produttivo a via Cavone, che ricordo, è presente nel nostro programma elettorale e darebbe ossigeno ai tanti artigiani in difficoltà che resistono a Piano di Sorrento. In seguito a quella mozione, c’è mancato poco che venissi accusato di lesa maestà.
Ho cercato, inutilmente di tenere fede all’impegno, anche questo nel programma elettorale, di istituire finalmente un ufficio europa, ricordo che c’è un deliberato del consiglio comunale in tal senso approvato all’unanimità, quindi anche da chi, nella precedente consiliatura era in amministrazione con Giovanni Ruggiero.
Allora si è provato con cose più piccole: la sistemazione dei centri storici, le prime pedonalizzazioni, nemmeno questo è stato accettato, il tutto condito da quello che in altre parti chiameremo “Pensiero unico”che si sostanzia in un paese fasullo, di cartapesta, fatta di foto e like virtuali, mentre il paese reale sprofonda in una palude che viene da molto lontano.
I rospi ingoiati con sedute di consiglio convocate arbitrariamente , argomenti che arrivavano all’ultimo minuto sono stati considerati un dato di fatto, un dovere per il puro e semplice fatto di appartenere alla maggioranza.
Lentamente da maggioranza sono diventato minoranza.
Minoranza perché il programma elettorale che abbiamo sottoscritto si appresta a non essere realizzato nei cinque anni a disposizione.
Minoranza perché di fronte alla velocità dell’economia reale, pensiamo ad internet, al commercio digitale, al turismo digitale, ad amazon, airbnb, uber e la sharing economy, non si è in grado di mettere in piedi un’idea di paese che risponda alla modernità. Figuriamoci alle esigenze delle generazioni più giovani.
Ancora una volta mi trovo ad essere minoranza in questo consiglio comunale, ma non ho paura ad affermare di essere maggioranza nella parte di paese che si sente escluso, abbandonato e da un giudizio negativo di questa compagine amministrativa.
Dedicarsi nuovamente alla politica, potendo finalmente manifestare il proprio pensiero poi, non ha alcun prezzo.